Come posare, incollare e stuccare le Piastrelle in Cotto
Tutte le tecniche e le accortezze per una corretta posa del cotto fatto a mano
Dopo l’acquisto del pavimento in cotto, i dubbi e le perplessità più grandi che riscontriamo dai nostri clienti riguardano la posa in opera.
Premesso che la posa del pavimento in cotto non è assolutamente una cosa complicata, ci sono però delle regole da rispettare per non compromettere l’aspetto estetico e funzionale di questo meraviglioso manufatto.
Le modalità di posa del cotto fatto a mano sono sostanzialmente due:
- POSA A COLLA
- POSA A FRESCO
Posa a Colla – una scelta che è sinonimo di garanzia nel tempo
La posa a colla consiste nell’incollare la piastrella in cotto al massetto già esistente tramite appositi collanti che si trovano normalmente in commercio presso le varie rivendite edili.
La Cotto Ducale, avvalendosi di maestranze con esperienza ultra trentennale nella posa del pavimento in cotto fatto a mano, è in grado di fornire un servizio di posa in opera con risultato finale garantito a regola d’arte.
Comunque se vuoi procedere alla posa del pavimento in autonomia affidandola a posatori di tua fiducia, ti riportiamo a seguire il processo step by step per eseguire l’incollaggio delle piastrelle in maniera impeccabile.
Fase preliminare alla posa in opera dei pavimenti in cotto
- approvvigionamento al piano di lavoro dei mattoni, prelevati da più pacchi per distribuire al meglio le sfumature di colore presenti naturalmente nel cotto fatto a mano
Fase di posa mediante incollaggio
- Ripulire il più possibile la sabbia presente sulla superficie a contatto con la colla usando una spazzola in nylon.
- Incollare le piastrelle al massetto con il sistema della doppia spalmatura: stendere uno strato uniforme di collante sul massetto oltre ad uno strato di colla anche sulla faccia di adesione della piastrella (per intenderci quella ripulita con la spazzola). La stesura della colla può essere effettuata con un’apposita spatola dentata (americana) o con la cazzuola da muratore. Nell’uno o nell’altro caso, consigliamo vivamente di mettere una quantità di colla sufficiente a livellare le naturali irregolarità del mattone in cotto fatto a mano al fine di evitare la formazione di vuoti d’aria tra il mattone e il collante. A tal proposito nel caso di utilizzo di spatola Americana è buona norma utilizzarne una a denti larghi.
- Successivamente, una volta adagiata la piastrella sul letto di colla, è necessario battere i manufatti in laterizio, in modo uniforme, singolarmente con un martello dotato di testa di gomma, in modo da eliminare i vuoti nello strato di allettamento e limitare le sporgenze tra gli elementi sulla superficie di calpestio.
Per quanto riguarda il collante da utilizzare, non ci stiamo a focalizzare su una marca rispetto ad un’altra, ma è buona norma utilizzarne uno ad alte prestazioni di classificazione C2TE.
Non stiamo in questa sede ad analizzare il significato di questa sigla (per approfondimenti leggi qui) ci limitiamo a dire che una classificazione C2 (aderenza migliorata) ha una resistenza meccanica che è il doppio di una C1 (collante molto più economico).
Posa di piastrelle in cotto in sovrapposizione su pavimento esistente
La posa in opera di un nuovo pavimento su uno già esistente è un’operazione possibile e che ci può far risparmiare diverso tempo e denaro.
Infatti vengono evitati lo smantellamento e smaltimento del pavimento da rimuovere e il ripristino del massetto di sottofondo.
Prima di procedere però alla sovrapposizione del pavimento, è bene però fare delle considerazioni e verificare alcune condizioni:
- La perdita di altezza che, anche se di qualche centimetro, potrebbe essere impattante su stanza con soffitti non particolarmente elevati. Non solo bisogna anche valutare che ci sia la possibilità di tagliare le porte esistenti per adeguarle alla nuova altezza;
- Il pavimento esistente deve essere perfettamente planare e saldamente ancorato al massetto. Per verificare quest’ultima condizione è sufficiente battere su ogni singola piastrella con le nocche di una mano e, se il suono che ci restituisce è sordo, cupo e vuoto non è consigliabile incollarci sopra il nuovo pavimento. Prima bisogna rimuovere è ripristinare l’adesione al massetto della piastrella interessata e poi si può procedere con la sovrapposizione. Ovviamente se questo problema interessa gran parte delle mattonelle esistenti a quel punto è conveniente valutare lo smantellamento del vecchio pavimento.
- Se il vecchio pavimento è particolarmente smaltato è bene procedere ad una carteggiatura dello stesso al fine di migliorare la superficie di aggrappo o stendere una mano di primer aggrappante prima dell’incollaggio delle nuove piastrelle.
- In qualsiasi caso è sempre bene sgrassare in maniera accurata il pavimento esistente con soda caustica o con detergenti alcalini specifici per la pulizia.
Se tutte queste condizioni sono rispettate e abbiamo fatto quanto prescritto, a questo punto si può procedere alla posa del pavimento.
Posa a fresco – la tradizionale
La posa a “fresco” detta anche “tradizionale”, a “malta” o a “sabbia e cemento” era il metodo utilizzato per posare i pavimenti nei tempi antichi e comunque fino all’avvento dell’era dei moderni “collanti”.
Esecuzione della posa a sabbia e cemento
Il posatore prepara l’impasto per il letto di posa impastando sabbia acqua e cemento fino ad ottenere una consistenza compatta ma facilmente lavorabile.
Poi procedere a stendere e livellare il composto di malta cementizia sul sottofondo.
Quando il letto di posa è ancora umido il posatore provvede a cospargere con polvere di cemento e calce la superficie poi, bagnandola leggermente, provvederà ad adagiarci sopra le piastrelle.
Immediatamente dopo la posa, le piastrelle in cotto andranno battute una ad una al fine di farle ben aderire al letto di posa permettendo ai cristalli di cemento che si andranno a formare di penetrare all’interno della piastrella.
Per la buona riuscita della posa a fresco è fondamentale rispettate in maniera scrupolosa i tempi di posa, la quale deve assolutamente avvenire quando il manto cementizio è ancora “sufficientemente umido”.
Trascorso questo tempo risulterà molto difficile far aderire le piastrelle al massetto cementizio con l’ovvia conseguenza di un pavimento non perfettamente ancorato al sottofondo.
Questa condizione è facilmente verificabile battendo le piastrelle con le nocche della mano: se emettono un suono sordo e cupo non sono ben aderenti al letto di posa.
L’uso del metodo tradizionale per la posa dei pavimenti esterni è vivamente sconsigliato, o meglio, “PROIBITO” in quanto le piastrelle sono facilmente soggette ad infiltrazioni di acqua che, in caso di gelo, causerebbero il distacco del pavimento dal sottofondo cementizio.
Stuccatura delle fughe
Trascorse 24/48 ore (anche 72 per la posa a sabbia e cemento) dalla posa, si può procedere alla stuccatura, ovvero alla sigillatura delle fughe presenti tra una piastrella e l’altra.
Può essere eseguita utilizzando stucchi preconfezionati (se ne trovano in commercio nelle più disparate colorazioni) o, come da tradizione, con sabbia più cemento.
La scelta del tipo di sigillante da utilizzare ne va del gusto personale, anche se, ovviamente, la stuccatura sabbia e cemento è molto più economica.
La raccomandazione che ci è doverosa fare comunque, è di utilizzare esclusivamente stucchi a base cementizia.
Stuccatura dei giunti o fugatura: fase operativa
Partendo dal presupposto che di sua naturale conformazione il cotto è un materiale molto assorbente, è consigliato l’uso di un prodotto idrorepellente come isolante di posa.
Questa operazione è necessaria al fine di proteggere le superfici dallo sporco di fugatura, per rendere più agevole l’operazione di stuccatura, per facilitare la pulizia del dopo posa e velocizzare l’asciugatura dopo il lavaggio iniziale e quindi anche le fasi successive del trattamento.
L’isolante di posa va steso a pennello, rullo o pompe manuali a bassa pressione almeno un giorno prima della fugatura.
In alternativa all’uso degli isolanti di posa, dove ci è consentito, potremmo procedere ad isolare le piastrelle mediante “imbibimento”.
Il procedimento consiste nel bagnare abbondantemente le piastrelle affinchè si saturino di acqua e non assorbano più nulla.
A questo punto siamo pronti per la fase di stuccatura vera e propria.
La situazione ideale è quella di preparare uno stucco molto liquido “boiacca” ,versarlo sulla superficie da fugare e farlo penetrare in profondita nel mattone distribuendolo più volte sul pavimento aiutandosi con un tira acqua.(vedi foto sopra).
In alternativa è possibile creare un composto più compatto che abbia comunque una consistenza lavorabile e, mediante l’utilizzo di un frattazzo, spingerlo all’interno delle fughe da riempire.
Tra i 2 procedimenti, consigliamo sicuramente l’utlizzo della stuccatura a boiacca in quanto consente di sigillare in maniera più accurata tutti i giunti.
Non solo, grazie al suo potere penetrante, è in grado di riempire anche eventuali vuoti d’aria che si fossero formati tra il collante e la piastrella.
Posa a colla o posa a fresco?
Vantaggi e svantaggi dei due sistemi a confronto.
Premesso che la normativa di riferimento (UNI EN1344) indica come unica soluzione accettabile la posa su massetto con collante, andiamo comunque a puntare i riflettori sui pro e i contro della posa a collante e quella a fresco.
1 – COSTO
Grazie alla possibilità di realizzare direttamente il massetto e la posa della piastrelle contemporaneamente, sicuramente il sistema tradizionale ha la meglio su questo confronto.
Il risparmio di tempo di esecuzione (quindi di manodopera) e l’assenza del costo della colla portano ad un sbilancio economico a favore della posa tradizionale di circa 10 euro al metro quadrato.
2 – VELOCITA’ DI ESECUZIONE
Anche in questo caso la posa a fresco ha un punto a favore: l’intervento di posa è immediato e non occorre aspettare i tempi di asciugatura e maturazione del massetto, che invece si rende indispensabile per la posa a colla.
Il tutto con un risparmio di tempo sull’esecuzione dei lavori di 20/30 giorni.
3 – POSA IN ESTERNO
La posa di pavimentazioni in esterno, per ovvie ragioni, richiede un’accortezza maggiore rispetto ad una posa in interno.
Essendo esposto costantemente agli agenti atmosferici, il pavimento è continuamente stressato dai cambi di temperatura, dall’acqua e dal gelo.
In questa situazione è richiesta un spiccata elasticità che solamente l’uso di moderni collanti può garantire.
Non solo, a causa della irregolarità della superficie della piastrella in cotto, nell’utilizzo della posa a fresco, non è raro trovare mattoni che non aderiscono perfettamente al massetto dando origine così a vuoti d’aria.
Le infiltrazioni di acqua e il gelo non ci mettono molto a far staccare le piastrelle che si trovano in questa situazione.
Alla luce di quanto sopra “SCONSIGLIAMO VIVAMENTE” la posa a fresco in esterno.
4 – POSA DI PIASTRELLE DI GRANDI DIMENSIONI
Le piastrelle di grandi dimensioni non vanno assolutamente d’accordo con la posa tradizionale.
A causa della naturale concavità presente nel centro della mattonella, è estremamente difficile farle aderire in maniera omogenea sul letto di posa, con conseguente formazione di vuoti d’aria.
Sebbene quindi in questi casi è da propendere per la posa a colla, invitiamo comunque a prestare particolare attenzione, utilizzando magari strati di colla più generosi per livellare l’irregolarità della superficie del mattone.
5 – POSA SU PAVIMENTO ESISTENTE
In questa situazione ovviamente la posa a colla vince a “mani basse”, sia in termini di velocità di esecuzione che di costi.
Verificate le condizioni di fattibilità di cui abbiamo già parlato, possiamo passare direttamente all’incollaggio, evitando i costi di smantellamento del vecchio pavimento e di ripristino del sottofondo.
6 – POSA SU IMPIANTO RADIANTE
Il riscaldamento a pavimento oggi è una soluzione molto adottata nelle abitazioni di nuova costruzione e nelle ristrutturazioni.
Il suo funzionamento però, richiede un pavimento che sia in grado di assorbire le dilatazioni e le contrazioni al quale è sottoposto durante l’arco dell’anno.
Un’aggrappaggio rigido come quello della posa a fresco non può coesistere con un sistema radiante e quindi, non è assolutamente adatto a questo impiego.
La posa a colla su massetto, viceversa, si adatta perfettamente con le esigenze di elasticità richieste.
Grazie alla sua elevata conducibilità termica, il cotto fatto a mano è un materiale che si presta in maniera ottimale alla posa su radiante riscaldato.
CONCLUSIONI
Tenuto conto di quanto esposto finora, non possiamo che allinearci alla normativa di riferimento e propendere senza ombra di dubbio per la posa a colla su massetto.
Se proprio, in virtù del consistente risparmio economico, si volesse optare per una posa a fresco, consigliamo di eseguirla per una pavimentazione interna dove non vi sia un sistema di riscaldamento a pavimento.
Se necessiti di ulteriori chiarimenti, contattaci all 0763 600036 o all’indirizzo di posta info@cottoducale.it